SOSTEGNI BIS. CNAL/FSSI: NON DIMENTICARE COMPARTO SPORT E BENESSERE

"50 ANNI FA CONQUISTA STATUTO LAVORATORI È ORA DELLO STATUTO DEI LAVORI" (DIRE) Napoli, 20 mag. - "Abbiamo inviato una nota al presidente Draghi, al ministro del Lavoro e ai presidenti dei Gruppi Parlamentari in cui evidenziamo che, ingiustamente, il settore dello sport e del fitness è stato escluso dai necessari sostegni.
Tenuto conto che, tra poche ore, il governo si riunirà per approvare il decreto Sostegni bis, invitiamo a colmare questo gap e a prevedere sostegni economici adeguati per le imprese e i lavoratori di tale settore". È quando contenuto nella nota a firma del segretario generale Cnal, Salvatore Ronghi e del presidente Cnal/Fssi, Gerardo Ruberto.
"Ieri - continua la nota - abbiamo sottoscritto il primo contratto collettivo nazionale di lavoro del comparto sport, salute, centri sportivi, fitness, palestre e piscine. Si tratta di un'importante novità nel panorama contrattuale italiano per un settore che impegna circa un milione di persone tra imprenditori e lavoratori e che, da oltre un anno, è completamente fermo a causa della pandemia e dimenticato dagli ultimi governi". Il nuovo contratto sottoscritto introduce "tre fondamentali novità ".
Ovvero, elencano Ronghi e Ruberto, "l'attuazione della partecipazione e della cogestione dei lavoratori alle imprese, prevista dall'articolo 46 della Costituzione, con i comitati paritetici per la Vigilanza e la Partecipazione; il potenziamento della contrattazione di secondo livello e, quindi, aziendale a fronte delle norme-quadro previste dalla contrattazione nazionale; il rafforzamento del welfare aziendale, indispensabile per rilanciare le politiche per la sicurezza dei lavoratori".
"Infine, nella giornata in cui ricorre il 41esimo anniversario dello Statuto dei lavoratori - conclude la nota dei due sindacati Cnal e Fssi - proponiamo una seria discussione per far nascere lo Statuto dei Lavori, indispensabile dopo l'abrogazione dell'articolo 18, previsto dal cosiddetto Job Act, e per dare vita ad un nuovo modello del mondo del lavoro e delle stesse relazioni sindacali, anch'esso improcrastinabile per dare slancio alla competitività dell'Italia".